La punteggiatura di Pollicino

Quando ho cominciato a scrivere per il Giornale di Sicilia (avevo da poco compiuto 18 anni), mio nonno Pippo cominciò a leggere i miei articoli. A leggerli oggi, di quegli scritti si può dire tutto ma certamente non che fossero degli articoli. Erano orribili. Nonno Pippo lo sapeva e…me lo diceva. 🙂

Ok, non mi disse che erano proprio da buttare, lui era il nonno che leggeva tutti i giorni un piccolo libro dalla copertina rossa di cartone pieno delle regole della grammatica latina, ma c’è una frase che ricordo abbastanza bene e che suonava più o meno così: “Belli, brava con la punteggiatura. Mi sembri Pollicino. Probabilmente hai un sacchetto pieno di punti e virgole, un po’ come quello dove Pollicino teneva le molliche di pane per segnarsi la strada, e le butti lì a caso quando hai finito”. A voi non fa ridere questa cosa? Sparpagliavo punti e virgole senza senso, non sapevo che farmene del punto e virgola e con gli interrogativi e gli esclamativi abbondavo, mi sembrava altisonante.

Con gli anni ho imparato che la punteggiatura è fondamentale quando si scrive una cosa che si vuole fare leggere a qualcun altro. Se scrivi per te stesso, o se fai uno di quegli esercizi di scrittura che a volte capiscono solo quelli che li scrivono, allora puoi fare quello che vuoi. Se scrivi per gli altri non puoi applicare la “punteggiatura di Pollicino”.

Non credo, oggi, di essere bravissima con la punteggiatura, ma il commento di mio nonno ce l’ho sempre ben presente, soprattutto quando rileggo qualcosa che ho scritto e capisco che più che la giornalista ho fatto la Pollicino.

Ho imparato, con il tempo, a darmi una regola. Solitamente, dopo avere scritto, leggo a voce abbastanza alta quello che ho lasciato sulla carta. Cerco di dare il ritmo che la mia mente ha immaginato per quelle parole e sistemo la punteggiatura seguendo quel ritmo. Credo sia un buon sistema, è il sistema che mi suggerì una volta nonno Pippo…secondo me funziona ed è applicabile per qualunque scritto. Del resto, fateci caso, se dovete leggere a voce alta un testo che non avete mai letto prima, ricco però di quei segni grafici che vi permettono di prendervi le giuste frasi, di enfatizzare dove è necessario, di capire le incidentali dove ci sono, non è tutto molto più semplice e fluido?

Grazie Nonno, Pollicino ce l’ho sempre ben presente.

Mari