Chiamatela deformazione professionale, ma io ho una questione aperta con il Signor Refuso.
Un paio di sere fa sono stata al cinema con degli amici, poi usciti da lì abbiamo pensato di continuare la serata in uno dei tanti bei locali che ci sono nella nostra città. Ne abbiamo provato uno nuovo, di cui avevamo sentito parlare, ma dove non eravamo mai stati. Siamo entrati pieni di grandi speranze, che sono state assolutamente esaudite.
E allora qual è il problema? Il problema è che dopo venti secondi che avevo in mano il menù avevo già trovato il primo refuso.
Ora, se c’è chi è disposto a spendere tanti soldini per fare un menù figo, come è figo il suo locale, io il refuso nel suo menù non ce lo voglio proprio trovare. Perché chi ha scritto il testo, avrebbe dovuto leggerselo e rileggerselo un milione di volte prima di mandare il file in stampa. Ho continuato a girare il menù, alla ricerca del cocktail giusto, e ho trovato il secondo errore. Ho pensato potesse essere voluto, allora ho cercato la stessa parola in altre pagine e ho scoperto che altrove era scritta correttamente. Chiamatemi malata. Semplicemente qui, quando abbiamo qualcosa che deve andare in stampa ce la leggiamo in più di una persona, perché l’errore può capitare, siamo umani e gli occhi a volte non vedono più quello che ormai è diventato loro troppo famigliare. Però una doppia correzione potrebbe aiutare, e soprattutto potrebbe evitare di fare arrivare altre persone alla conclusione alla quale sono arrivata io qualche sera fa e che può essere definita solo con una parola “superficialità”.
Questa cosa mi capita non solo con i testi, ma anche per la presentazione di quello che ho in mano. Se il testo mi risulta troppo piccolo (e io non sono ancora una ciecata), se il colore scelto mi rende difficile la lettura, allora chi ha consigliato l’una o l’altra cosa ha guardato solo al fatto che potesse risultare bella e non anche fruibile alla maggior parte del pubblico. Anche qui sta la serietà di un’agenzia di comunicazione, che vi può consigliare evitandovi errori che possono essere fatti da chi si fa le “cose in casa” o da chi non è un professionista del settore.
Una sera da un menù ho ordinato un panino. Non mangio carne ed ero certa di avere scelto qualcosa con dentro della mozzarella. Quando il mio panino è arrivato al posto della mozzarella c’era dentro della mortadella. E’ vero che di tanto in tanto uso un paio di occhiali, ma è anche vero che un carattere minuscolo e sfilato può trarre in errore, e quanto pare non ero stata la prima a caderci con tutte le scarpe.
Signor Refuso, la mia è una missione.
Mari