La mattina, dopo essere uscita di casa, avere preso una boccata d’aria pronta ad affrontare la giornata di Karma Communication, faccio una telefonata a mia madre. La sento per qualche minuto, ci diciamo due o tre fesserie da femmine, ci aggiorniamo su quello che abbiamo fatto più o meno di notte, visto che verosimilmente l’ultima chiamata ce l’eravamo fatta prima di cena il giorno prima.
La telefonata dà il senso della presenza, molto di più di quanto non riesca a farlo un sms, un whatsapp, un messaggio di Fb o quello che volete. Così, se ho sentito mia mamma, anche brevemente è un po’ come averla incontrata.
Questo non è un post sulle abitudini della mia famiglia, ma sulle abitudini della gente con cui ho a che fare.
Se devo dire una cosa ad una persona, una cosa importante, che non può aspettare, una cosa che ha bisogno di una risposta, non uso nessuno dei mezzi di cui sopra, ma prendo il telefono, compongo il numero e aspetto che qualcuno dall’altra parte risponda.
Così, anche se ormai ci sono molte email che grondano di urgenza, anche se i messaggi vocali hanno surclassato le telefonate vere e proprie, avere uno scambio diretto rimane fondamentale. E’ l’unico modo per capirsi, per non lasciare spazio a fraintendimenti…certo, quando non ci si può vedere di presenza.
E se la persona alla quale si chiama non risponde? La percentuale che ti richiami è abbastanza alta, tale da farti sperare che il messaggio arrivi forte e chiaro e che magari crei un contraddittorio immediato la dove necessario.
Mari