Qualche giorno fa un amico mi ha scritto su whatsapp “mi puoi mandare il tuo curriculum? mi serve entro un’ora”. Ci ho pensato e ho scoperto che non aggiornavo il mio curriculum da anni e gli ho mandato una versione che risale al 2014, tanto tempo fa, troppo.
Quando sono arrivata in ufficio, dopo avere già spedito il curriculum vecchio al mio amico, mi sono seduta davanti al pc, ho aperto la cartella dove tengo queste cose e ho cominciato ad aprire i vari file, scoprendo di avere un milione di versioni di file che raccontano di me, da un punto di vista professionale.
Fatto questo, mi sono detta “forse è il caso di aggiornarlo”. E così ho fatto, annotando sull’agenda un reminding che mi dice, fra tre mesi, che devo apporre eventuali aggiornamenti al mio curriculum.
Cosa ho fatto con quello che già avevo? Innanzitutto ho levato un sacco di fuffa. Non levata del tutto, ma le piccole cose che ho fatto le ho raccolte tutte in un paio di righe come “altre esperienze”. Partivo da un curriculum che occupava quattro pagine e sono arrivata ad uno attuale che ne prende una o due a seconda della versione (ne ho fatte due). Ho riepilogato i miei dati personali, inserendo poi tutte le icone che rimandano ai vari social in cui sono presente, segnalando dove è stato utile farlo le pagine che io ho creato e che gestisco. Ho cambiato la foto. Ho sostituito quella seriosa e con i capelli lunghi, con una in cui sorrido e che è sicuramente più recente, ma soprattutto non sembra che mi stia ammazzando nessuno. Ho dato risalto alle mie competenze che hanno a che fare principalmente con quello che faccio, ma ho dato spazio anche ai miei interessi extra professionali, lanciandomi poi nell’elenco di tutto quello che ho fatto.
Ho anche trovato una chiave grafica per dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
E’ da un po’ di tempo che penso che mandare il curriculum potrebbe essere un’opportunità, in ogni caso tenerlo pronto non può essere un male.
Mari