Ogni mattina una Donna K entra in questo ufficio.
Ogni mattina una Donna K entra in questo ufficio e si siede alla scrivania.
Ogni mattina una Donna K entra in questo ufficio, si siede alla scrivania e comincia a lavorare.
Ogni mattina una Donna K entra in questo ufficio, si siede alla scrivania, comincia a lavorare…e si ricorda che deve prendere il cordless e metterselo a fianco.
Quel remind arriva al primo squillo del telefono, che arriva puntuale entro le dieci di ogni mattina. Non è una persona innamorata di una delle Donne K, che decide di chiamare per daee il buongiorno. E’ qualcun altro, di meno innamorato, e di cui le Donne K farebbero sicuramente a meno: è l’operatore di un call center.
Ora, noi non abbiamo niente contro chi lavora in un call center, figuriamoci. Però, ormai noi i numeri ai quali non rispondere li conosciamo tutti. E se ti abbiamo detto una volta no, perché non ci inserite nella black list, chiudete la porta e buttate la chiave? Un lunedì di inizio marzo di chiamate di call center, ne abbiamo contate 12 in tutta la giornata, concentrate soprattutto nella prima parte della giornata, soprattutto di mattina quindi.
Non è che non rispondiamo sempre, rispondiamo e diciamo, gentilmente “no grazie, non siamo interessati”, ma non è detto sempre che questa risposta sortisca lo stesso effetto. Alcuni si ritirano così come erano apparsi, altri invece si fanno insistenti “ma davvero non vuoi un materasso in regalo senza alcun motivo?”, “ma davvero non vuoi metterti internet a casa?”, “ma davvero non vuoi fare un controllo per l’udito?”. Cose così insomma.
Voi come vi difendete?
Mari