In piedi, caffè, lavarsi, vestirsi, portare Newton fuori, caffè, denti, preparare la borsa, tornare indietro per cercare le chiavi della macchina, salutare Newton, guardarsi con desolazione allo specchio dell’ascensore, salire in macchina, guidare fino in ufficio, salire le scale, accendere tutto quello che c’è da accendere, guardare la mail, guardare whatsapp, guardare le notifiche di facebook, guardare tutto il guardabile, prendere un foglio e cominciare a scrivere le cose da fare, lavorare, aggiungere cose alla lista di cose da fare, spuntare la lista delle cose da fare, continuare ad aggiungere punti alla lista delle cose da fare, parlare con le altre ragazze, farsi venire un’idea, condividere un’idea, ricevere una telefonata, cercare di ricordarsi l’idea, scartare l’idea e farsene venire un’altra, fare un’intervista al telefono, fare una fattura (non sempre purtroppo), pagare un fornitore (non sempre fortunatamente), fare i conti (desolante), lavorare, caffè, merenda, acqua (tanta acqua), pausa di cazzeggio su facebook e whatsapp, ricontrollare tutto il ricontrollabile, scoprire che la to do list cresce troppo, odiare la to do list, caffè, acqua, bagno, telefonate, rispondere alle mail, scrivere un preventivo, pranzare, ritornare a lavoro, caricare un post, scaricare un file, programmare l’indomani, pensare a cosa fare di sera, lavorare, caffè, strappare il foglio con la to do list e cominciarne un altro ma stavolta sul pc, cercare di rimettere insieme i pezzi di carta strappati della to do list per vedere se qualcosa è andato perduto, cominciare a pensare che di sera bisogna trovare una exit strategy, trovare la exit strategy, creare un post, guardare Facebook, ricordarsi di usare Instagram, pensare a Newton solo a casa, guardare l’orologio e decidere di andare a casa.
E questa è solo una delle tante giornate che potrei ipotizzarvi.
Sì, respiro ogni tanto.
Mari