Questa settimana mi andava di raccontarvi delle storie da agenzia di comunicazione, così anche in questo secondo post ho pensato di raccontarvene una.
Qualche mese fa ho avuto a che fare con un cliente un po’ più grande di me. Diciamo di un’età compresa tra me e mio padre (che è un mago di Trip Advisor), che si era presentato come uno “smanettone” di Facebook, con un profilo molto aggiornato su Twitter e un certo numero di follower su Instagram.
Il lavoro che ci aveva chiesto era un lavoro di grafica, una brochure per la sua azienda. Bene, abbiamo creato la brochure e quando è stato il momento ho preparato per lui un transfer per fargli arrivare il materiale che lui avrebbe stampato nella sua tipografia di fiducia.
Dopo un paio di giorni, il cliente smanettone mi ha contattato dicendomi che aspettava il file per la tipografia. Io gli ho spiegato che il file per la tipografia era proprio quello che gli avevo girato, come del resto gli spiegavo in una mail che accompagnava il transfer, proprio quel file che ero certa lui avesse scaricato vista la notifica del sistema.
Ed ecco quello che mi ha fatto ridere un sacco.
Lui mi ha spiegato di non essere in grado di fare un nuovo transfer per mandare il file alla tipografia. Quando io gli ho suggerito che avrebbe potuto inoltrare lo stesso link della mail ricevuta mi ha risposto “Eh lo so dottoressa, lo avrei fatto anche io, ma io avevo già scaricato il file, quindi ormai quello spazio era vuoto. Che glielo mandavo a fare quel link inutile?”.
Ho ritenuto fosse del tutto inutile spiegargli tutta una serie di cose e gli ho chiesto “Se mi dà l’indirizzo della tipografia faccio un transfer anche a loro!”. Lui invece che mi ha risposto? “Dottoressa no no, lo faccia a me un altro transfer che io non lo apro e lo giro direttamente alla tipografia, pieno”.
E niente!
Mari