La voce del verbo archiviare in questi giorni è una di quelle che più mi è presente. Sto archiviando parte dei lavori che ormai sono diventati preistoria di Karma Communication. Perché? Perché bisogna fare spazio sul pc, perché bisogna trovare angolini per i nuovi lavori, cosa bella, buona e giusta.
Solo che archiviare non è mai una cosa del tutto automatica, sebbene io in questi giorni sembri proprio un robottino che apre e chiude cartelle, controlla cosa c’è dentro e poi sposta o non sposta. Archiviare è anche ricordare. Questo succede se, come nel mio caso, ci si sofferma sulle cose nelle quali ci si imbatte. Così ho riscoperto lavori che avevo dimenticato avessimo fatto, collaborazioni che avevamo stretto, gente che avevamo incontrato, cose che però oggi non esistono più o sono solo un ricordo lontano.
C’è nostalgia in questo, perché il modo di lavorare di Karma Communication in questi anni è cambiato. Vi dico che anche solo leggere qualcosa di quello che abbiamo scritto all’inizio del 2013 ha delle differenze con quello che scriviamo oggi, la grafica all’inizio del 2013 noi quasi non sapevamo a che mondo appartenesse, se non a quello dei freelance con i quali collaboravamo. Insomma, un passaggio da quella cartella che io su questo pc chiamo “ex clienti” è stato quasi come sfogliare un album di fotografie.
E così ci sono elenchi di uffici stampa che abbiamo gestito, di testi che abbiamo scritto per Tizio, Caio e Sempronio, di foto che ci hanno commissionato e che noi abbiamo fatto fare ai nostri amici fotografi.
Ah, tra quegli “ex clienti” c’è anche il nostro “ex cliente” perfetto, quello che in fondo tutti vorremmo avere. E’ quello di cui vi ho parlato più volte, quello che un giorno è venuto qui, ha chiesto un preventivo, ci ha staccato un assegno di anticipo e non solo non ci ha permesso di fargli vedere una bozza di quello che avevamo fatto, ma è pure scomparso senza chiederci mai nemmeno un rimborso. Ciao cliente disperso, noi ogni tanto ti pensiamo, con un sorriso!
Mari